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al testo di Giorgio Mancinelli
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‘in tondo’
in un mare senza sponde fui acqua che dilaga goccia dell’immenso oceano oltre l’esigua terra fui dapprima orma traccia di vero passo nel tempo in cui non fui ancor vecchio giovane ero nel corpo d’argilla inviolata fui calamo di Dio e diaspro la tavola su cui scrivere un’ultima parola forma di senso plasmata verbo destino dicasi l’afflato di giorni stupefatti ed ebbri ch’io mai più rividi fui spiga di grano fremente al vento di giorni sereni quale purissimo vino di feccia tornato a primiera dimora fui astro infuocato sul fondo dell’anima amante diamante di luna taciturno e schivo fui sasso e polvere negli anni che s’aggiunsero agli anni canuti e stanchi che Egli impietoso accolse cimelio d’una battaglia vinta sul campo che ne ha cassato il nome infinito e limite mancante di un’ultima parola che ha nome vita ‘finis nusquam’ |
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